
02 Gen Etica e Integrità
Buongiorno a voi,
Secondo mese dell’anno e seconda lettera aperta del presidente, un appuntamento che affronto con gioia e senso di responsabilità.
Collegandomi alla mia precedente lettera, dove parlavo di trasparenza e del lavoro che in ICF Italia facciamo dietro le quinte (se l’avete persa, potete leggerla qui), oggi desidero approfondire un tema fondamentale per la nostra professione: l’etica e il rispetto degli standard ICF.
Due anni fa, in questo periodo, ICF pubblicava il “2023 Ethical Conduct and Compliance Report”, un resoconto delle attività dell’Independent Review Board (IRB), l’organo incaricato di garantire il rispetto degli standard etici e dei valori dichiarati da ICF.
L’IRB raccoglie le segnalazioni inviate tramite il processo di Ethical Conduct Review (ECR), il sistema di ICF strutturato per accreditare e gestire i reclami.
Il report, disponibile in inglese qui (link), offre dati e informazioni interessanti sul funzionamento del processo, sulle segnalazioni ricevute nel 2022 e sui relativi esiti. Le segnalazioni provengono da clienti o colleghi riguardo all’operato di coach ICF e scuole di coaching accreditate.
Mi fa piacere che il quadro generale descritto dal report sia rassicurante e, se ve lo state chiedendo, nel 2022 non risulta nessun reclamo proveniente dall’Italia.
Perché è importante parlarne?
Questo lavoro merita visibilità, ma soprattutto coach e clienti devono essere consapevoli dell’esistenza di strumenti che tutelano l’integrità del coaching ICF. Questi processi aiutano noi professionisti a correggere eventuali errori, a formarci meglio e a ridefinire i confini della nostra pratica professionale.
Inoltre, è importante tutti sappiano che chiunque, coach o cliente, può sempre chiedere supporto. ICF incoraggia il ricorso a questi strumenti per garantire standard elevati e offrire il giusto sostegno a chi ne ha bisogno.
Il ruolo di ICF Italia
ICF Italia, attraverso il suo Comitato Direttivo e il Comitato Etica e Linee Guida, si impegna attivamente nell’informare e supportare i coach italiani, oltre che nell’ascoltare eventuali dubbi e perplessità dei clienti. Lo scorso anno, per esempio, abbiamo ricevuto alcune segnalazioni e quest’anno ne abbiamo già raccolta una che riguarda un coach non ICF che, per un’interpretazione errata del suo curriculum formativo, dichiarava sul web di avere la credenziale pur non avendola.
In questi casi, forniamo supporto, informiamo e, quando si tratta di un coach ICF o di una scuola accreditata ed è necessario, inviamo clienti alla redazione dell’ Ethical Conduct Review (ECR), che viene poi gestito dai colleghi dell’IRB ICF.
Ci impegniamo e vigiliamo affinché i coach possano rappresentare al meglio la professione, acquisire le loro credenziali e relazionarsi con i colleghi, facendolo sempre in piena integrità.
Ma il nostro impegno non si ferma qui. ICF Italia lavora per tutelare il brand ICF da utilizzi impropri o illeciti e in rari casi procediamo per le vie legali assicurando che il nostro contesto rimanga il più possibile distintivo e professionale.
Possiamo fare di più? Certamente. E voi?
Quando vi capita di notare comportamenti non in linea con il codice etico ICF, che fate? Se avete dubbi su come state operando con un cliente, a chi vi rivolgete? La salvaguardia della nostra bellissima professione e dei valori che la caratterizzano è una responsabilità condivisa. Ogni coach ha il dovere di agire correttamente, ma anche di vigilare sull’integrità e correttezza del coaching ICF e, quando serve, chiedere supporto all’associazione.
Noi ci siamo.
Con occhi e cuore aperto, buona vita.
A cura di:
Pier Paolo Colasanti
Presidente ICF Italia 2025