04 Mag ICF Core Competencies e il rapporto con le emozioni
Il secondo “gruppo” delle core competencies di ICF implica che il Coach “Incarna il Coaching mindset” e in particolare al punto #6 che sviluppi e mantenga la capacità di regolare le proprie emozioni.
Eh già… compito non certo semplice!
Un’emozione è uno stato psicologico complesso. Si tratta di una intensa esperienza psichica e affettiva (piacevole o spiacevole), che determina reazioni fisiche e comportamentali dovute ad uno stimolo inatteso ed improvviso.
Nel linguaggio quotidiano i termini “emozioni”, “umore” o “stato d’animo” vengono spesso usati in modo alternativo l’uno all’altro.
Se guardiamo più in profondità questi concetti, però, non dovrebbe essere così. Un’emozione è normalmente piuttosto breve, sebbene intensa, ed è probabile che abbia una causa definita e identificabile (la sorpresa nell’incontrare qualcuno di caro, la rabbia per un diritto calpestato). Un umore o uno stato d’animo sono solitamente molto più miti, più duraturi e, a volte, può essere difficile identificarne la causa (il sentirsi felici o tristi senza una ragione particolare).
Durante gli anni Ottanta Robert Plutchik (psicologo statunitense) cercò di classificare le emozioni attraverso lo strumento noto come “la ruota delle emozioni”, in cui vengono individuate otto dimensioni emozionali primarie: gioia versus tristezza (connessione vs. allontanamento); rabbia versus paura (grande e rumoroso vs. sentirsi piccolo e nascosto); fiducia versus disgusto (accoglienza vs. rifiuto); sorpresa versus aspettativa (saltare indietro vs. esaminare da vicino).
Questo modello ha dimostrato come le diverse emozioni possano essere combinate o mescolate insieme ed anche come possano evolversi, svilupparsi e raffreddarsi, prendendo una forma diversa (ad esempio la rabbia che sfocia nella collera o si stempera nell’irritazione).
Le emozioni, inoltre, hanno delle componenti chiave: l’esperienza soggettiva (ogni emozione è filtrata dalla propria esperienza personale), la risposta fisiologica (palmi sudati, battito cardiaco accelerato o respirazione affannosa ad esempio) e la risposta comportamentale o espressiva (la componente con cui abbiamo più familiarità).
Capiamo bene come il compito del Coach di gestire le proprie emozioni durante le sessioni non sia cosa da poco. Ricorrere allo sviluppo dell’intelligenza emotiva è in questo caso di grande aiuto, se non addirittura indispensabile. Per Goleman l’intelligenza Emotiva è “la capacità di riconoscere le proprie emozioni e quelle altrui, di motivare noi stessi e di gestire positivamente queste emozioni, tanto interiormente quanto nelle relazioni sociali” (Goleman 1997).
Le abilità che esprimono maggiormente l’intelligenza emotiva sono:
- ascoltare profondamente mettendosi nella prospettiva degli altri
- identificare accuratamente le proprie emozioni
- rendersi conto del legame tra emozioni e ciò che si pensa/dice/fa
- riconoscere i propri sentieri emozionali e i pattern che ricorrono con più frequenza
- essere consci dei propri punti di forza/debolezza, valori, preferenze, desideri
- essere indipendente dai condizionamenti esterni
In sintesi, il raggiungimento delle competenze fondamentali proposte da ICF, specialmente la capacità di regolare le emozioni, richiede un mix di consapevolezza, pratica e comprensione profonda delle dinamiche emotive. Solo attraverso un tale equilibrio, il coach può onorare qualsiasi percorso venga intrapreso, garantendo un supporto efficace e significativo ai propri clienti.
A cura di:
Camilla Menescardi