01 Mag Coaching: i biglietti per un viaggio
“Quindi tu salti su un palco con un microfono per motivare le persone?”
Questa è stata una delle prime domande che mi sono sentita porre quando, timidamente, ho iniziato la mia attività come Coach.
Credo ci sia ancora un po’ di confusione rispetto a questa professione in chi non ha ancora avuto il modo di sperimentare il metodo.
Ricordo che non avevo le idee chiare nemmeno io quando mi sono avvicinata per la prima volta al Coaching come Cliente: sedevo, confusa, all’altro lato del tavolo rispetto al lato al quale oggi ho l’onore e la responsabilità di sedere.
Lo dichiaro apertamente e mi rendo prevedibile: l’obiettivo di questo articolo è quello di invitare più lettori possibili a sperimentare il Coaching con ICF.
Ho pensato di farlo usando la metafora del viaggio: proprio come quando si pianifica una vacanza, sono tornata mentalmente al periodo in cui ho scelto per la prima volta di imbarcarmi in questa avventura, a cosa mi aspettassi da una sessione, quali fossero i miei criteri di scelta.
All’epoca, avevo bisogno di un cambiamento, i miei panni professionali mi stavano stretti, ma non sapevo da che parte iniziare: dove volevo andare? Si trattava “solo” di pianificazione, di work-life balance o c’era qualcosa di più profondo?
Se sono qui a scrivere questo articolo, con un percorso di formazione alle spalle e con una nuova qualifica professionale, è perché il cambiamento c’è stato. Quindi, visto che per me ha funzionato, voglio condividere la mia esperienza con chi di voi non ha ancora pensato a un percorso di questo tipo.
Quando iniziare un percorso?
Ogni volta che c’è il desiderio di andare fisicamente o mentalmente da una parte diversa rispetto a dove si è ora.
Qual è la destinazione?
Un nuovo piano di azione? Una nuova strategia? Un nuovo lavoro? Se sentiamo che c’è qualcosa che ci limita, forse è un buon momento per un percorso. Nel mio caso sono serviti due percorsi a distanza di tempo, perché quello che emergeva, sessione dopo sessione, aveva bisogno di essere messo a terra. Il risultato finale è stato molto di più di quello che mi aspettassi all’inizio!
Come si fa a scegliere un Coach?
Scelsi la mia prima Coach d’istinto. Era già da un po’ che mi frullava in testa questa possibilità: una nuova strada che parlava di consapevolezze diverse e nuove prospettive di azione. Il suo profilo mi era comparso già qualche volta in un gruppo social di cui entrambe facevamo parte, ma non capivo bene-bene cosa facesse un Coach, a quale tipo di figura mi stessi rivolgendo. Poi , leggendo un suo post, ho pensato “Ehi! Sembra proprio stia parlando di me!”. E così l’ho contattata.
Ogni Coach ha il suo stile e metodo. Coach nella sua accezione inglese vuole dire “carrozza”, il mezzo di trasporto per raggiungere una destinazione, e ogni Cliente sceglierà quello che più si addice alle sue esigenze per intraprendere il viaggio, verso la meta che desidera.
Cosa succede in sessione?
Spesso dico che “ascolto e faccio domande”, e già trovare qualcuno che ti ascolti a me sembra una gran bella cosa. Certo, come Cliente bisogna prepararsi a ricevere e a rispondere a molte, moltissime domande, a volte scomode, a volte sfidanti: se non si è disposti a pagare il costo di questa sfida, forse è il momento di chiedersi se si voglia davvero prendere quel biglietto…
Ora che sono Coach so quelle domande hanno il fine ultimo di essere utili al Cliente, per aiutarlo a riflettere e a raggiungere lo scopo che si è prefissato.
Come provare il Coaching ICF?
Ho dichiarato dalle prime righe che l’obiettivo era invitarvi a provare il Coaching secondo gli standard proposti da ICF e, come per i viaggi, ho solo buone ragioni per farlo.
La prima è personale: per me è stata un’esperienza illuminante, senza la quale sarei rimasta ferma dove ero.
La seconda è professionale: ICF è la più grande associazione di Coach professionisti al mondo, nella quale siamo chiamati al rispetto di uno standard etico rigoroso.
La terza è conveniente: ogni anno sono organizzati diversi eventi gratuiti che possono aiutarvi nella ricerca del Coach più adatto voi, per conoscervi prima di buttarvi a capofitto in un percorso completo.
La quarta è partecipativa: non sarete soli! In tutto il mondo, proprio in questo momento, ci sono tantissime altre persone pronte ad intraprendere il vostro stesso incredibile viaggio…
Vi ho convinti a partire?
A cura di:
Chiara Zucco