Gli universitari incontrano il coaching

09/01/2024 • Articoli


Quando, all’inizio del 2023 ci siamo riuniti la prima volta con i coach del cluster Campania, Puglia, Basilicata e Calabria, avevamo solo una missione da realizzare: promuovere la cultura del coaching nel nostro territorio. Ci siamo interrogati a lungo su cosa significasse, a chi avremmo dovuto rivolgerci, cosa avrebbe potuto rappresentare il coaching per loro, come avremmo dovuto raccontarlo.

Un aspetto è stato da subito ben chiaro: il coaching è pratica. Raccontarlo è difficile e probabilmente riduttivo. Per comprenderne appieno il valore, bisogna provarlo.

Una dimostrazione pratica ne veicola il significato! Rivolta a chi?

Le origini del Coaching si annidano nell’antica Grecia e nella filosofia.

Il poeta Pindaro salutava i suoi discepoli con l’invito “Diventa ciò che sei”. Aristotele distingueva tra ciò che è in potenza e ciò che è in atto.

Ognuno di noi ha un suo potenziale. Per poterlo esprimere, deve riconoscerlo e utilizzarlo coscientemente. Il potenziale è energia che va incanalata e direzionata verso una meta ambita. ICF definisce il coaching come una relazione di partnership con i clienti che, attraverso un processo creativo, stimola la riflessione, ispirandoli a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale. Il coaching aiuta, quindi, a liberare il potenziale delle persone.

E quale luogo è più ricco di potenziale inespresso di una scuola o di un’Università?

Ci siamo rivolti così alle Università, soprattutto agli studenti in fase di transizione, come ad esempio studenti della triennale che, al termine di questo primo percorso, devono scegliere se continuare e in che direzione.

La domanda critica “cosa voglio fare da grande?” si palesa in prossimità di ogni scelta decisiva. La fisica quantistica ci insegna che in ogni momento abbiamo davanti a noi infinite possibilità. Tra queste ne scegliamo una sola che diventa realtà, facendo collassare tutte le altre.

In che modo abbiamo preso queste decisioni strategiche nella nostra vita? Pensare a ragazzi di 17, 18, 21 anni che sostengono il peso di una decisione così importante per il proprio futuro, in un momento storico in cui la fiducia verso questo futuro non è mai stata così bassa, ci fa capire quanto importante sia avere qualcuno che ci accompagni in questa fase.

Ogni persona che ha intrapreso il percorso di formazione per diventare coach, almeno una volta ha pensato “quanto sarebbe stato più facile se avessi saputo tutto ciò tanti anni fa?”. Non possiamo tornare indietro, ma possiamo mettere questo “tutto ciò” a disposizione degli altri.

E così abbiamo incontrato alcuni studenti dell’Università Federico II di Napoli in occasione della conclusione del corso di Marketing e Strategie di Impresa, laurea in Economia Aziendale.

L’emozione è stata tanta, fin dai primi attimi. Ognuno di noi si è rispecchiato in quei volti giovani e in quegli occhi luminosi o ci ha visto i propri figli. E l’emozione è veicolo di energia, è essa stessa energia, con la quale abbiamo disegnato mete possibili e desideri non ancora esplorati. Impazienza, ansia, confusione, un pó di paura, ma anche ottimismo e tanta motivazione.

Con domande e tecniche di coaching abbiamo stimolato la riflessione per promuovere una maggiore consapevolezza di sé e rivelare aspirazioni, talenti e motivazioni personali su cui far leva per dare forma alle scelte future. Il coach lavora con la persona come mix unico e irripetibile di caratteristiche diverse. Tra queste scopriamo in genere più in là negli anni l’importanza dei valori, ossia che cosa è fondamentale per una persona.

Cominciare a chiedersi fin da subito cosa conta per noi, a cosa non possiamo rinunciare nella scelta di un percorso di studi, di un mestiere o di un contesto organizzativo è essenziale per riconoscersi in quello che si fa e poter dare il meglio di sé ogni giorno. Dopotutto, il segreto della felicità non sta proprio nello stare bene in quello che si fa ogni giorno? Sono stati gli stessi studenti a ripeterlo più volte nel corso del seminario, manifestando in sintesi un’unica vera ambizione: essere felici o, per i meno “romantici”, fare qualcosa che piace e gratifica.

Ispirati da queste riflessioni, abbiamo proposto agli studenti di dare un nome a questi valori per basare le proprie decisioni future su ciò che davvero conta per ognuno di loro. Ne è emerso un panorama ampio e diversificato. Per i 34 partecipanti al seminario, i valori guida sono gentilezza, gratitudine, generosità, creatività, curiosità, apertura mentale, umiltà e perseveranza. Valori che descrivono una generazione pronta ad accogliere le sfide del futuro e l’incertezza che ne consegue, con spirito critico, consapevole e determinato, in coerenza con gli insegnamenti dei propri professori e mentori di questi anni.

Vorrei dire grazie a queste persone che hanno illuminato il mio ultimo giorno di lavoro del 2023 con quella leggerezza che a volte dimentichiamo di avere sotto il peso delle responsabilità (percepite invece più facilmente).

Si tratta di una leggerezza consapevole che con il coaching possiamo liberare per dare spazio ai nostri desideri.

E quale momento migliore per esprimere un desiderio di fine anno? 

Grazie ai colleghi e amici con cui ho condiviso questa esperienza ricca e stimolante. Grazie all’Università Federico II di Napoli e in particolare al professore Luigi Cantone, per averci offerto questa occasione di incontro. Grazie ad ICF Italia che ha creduto in questo progetto.

Vorrei chiudere quest’anno e andare incontro al prossimo con un augurio e un impegno:

l’augurio alle future generazioni, che possano lasciarsi ispirare da ciò che sono, per diventarlo; il mio impegno a dare il miglior contributo in questa sfidante e quanto mai gratificante missione di local ambassador insieme ai miei meravigliosi compagni di viaggio coach.

Buon 2024 a tutti!

A cura di
Silvia Lepore, coach PCC

Local ambassador Campania, Puglia, Basilicata e Calabria

 

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